Il Rebirth Forum applica i concetti della Demopraxia e della Trinamica, così come enunciati da Cittadellarte e Michelangelo Pistoletto, e fa propri i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 ONU.
PARTECIPA AL REBIRTH FORUM VILLA MANIN!
• Cittadellarte - Fondazione Pistoletto ONLUS e Villa Manin organizzano il primo Rebirth Forum sul territorio Fiulano.
• Il Rebirth Forum è finalizzato alla costruzione di processi di ricerca e decisionali che portino ad azioni concrete sul territorio e a obiettivi raggiungibili, misurabili e verificabili.
• Il tema del Forum è deciso dai partecipanti, in sede di iscrizione di ogni organizzazione viene chiesto al portatore d'interesse di indicare 3 dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ONU nei quali si sente di poter presentare una propria proposta organica, sapendo di avere le capacità, le possibilità e la volontà di attuarla nei 12 mesi successivi (cantiere).
• Il Rebirth Forum Villa Manin prevede la partecipazione massima di 100 portatori d'interesse. (Il Comitato si riserva la scelta di 25 partecipanti.)
• I partecipanti saranno automaticamente confermati dai temi scelti. Si prevede la possibilità di suddividere il Forum in più sessioni laddove la richiesta di partecipazione o di tematiche lo richieda.
•Il Rebirth Forum Villa Manin si svolgerà nella giornata del 25 maggio 2024 seguendo il seguente programma (dettagli maggiori in fase di definizione):
• mattina: registrazione dei presenti, plenaria di presentazione del forum, prima parte di discussione dei tavoli.
• pomeriggio: seconda parte di discussione dei tavoli, plenaria di presentazione dei risultati.
•Il Rebirth Forum si svolgerà presso Villa Manin, in Stradone Manin 10, a Passariano (Udine).
• Il Comitato Rebirth Forum Villa Manin è composto dagli Ambasciatori del Progetto Internazionale Rebirth/Terzo Paradiso di Fondazione Pistoletto Cittadellarte ONLUS: Giacomo Bassmaji, Sara di Maio, Daniela Di Gennaro, Emanuela Virago, Francesco Saverio Teruzzi.
La tutela delle acque sotterranee e della salute nella pianura friulana
A seguito del Convegno sulle acque di falda nella pianura friulana, tenutosi a Codroipo il 22 marzo scorso e una successiva iniziativa sempre sul tema acqua, Legambiente ritiene utile diffondere e comunicare alcuni dati emersi, con l'intento di salvaguardia delle risorse e tutela della salute dei cittadini. I temi trattati hanno riguardato l'entità dei prelievi in alta e bassa pianura, sia da falda freatica sia da falda artesiana e per entrambi i tipi d'uso, domestico ed economico (irriguo, industriale, ittiogenico, potabile, ecc.). A fronte di una fuoriuscita di acqua complessiva di 2 miliardi di mc stima annoti, sono stati presentati anche i dati relativi all'andamento delle falde, il cui livello di sostenibilità degli utilizzi deriva dalla congruità tra la ricarica ei prelievi in atto. Proprio in ragione della rilevante pressione antropica dei prelievi di acqua sotterranea da decenni in atto, nel corso del convegno è stato evidenziato come nel giro di circa 5-10 anni si dovrebbe pervenire all'esaurimento degli acquiferi superficiali di tipo “A” e “B ” (quelli con profondità sino a 50 metri). È importante ricordare che un racconto fenomeno già purtroppo è pervenuta la fascia della bassa Pordenonese nella ben nota e siccitosa estate del 2022, tanto da indurre la Giunta Regionale all'utilizzo per tale area e anche per scopi non potabili delle falde sotterranee profonde, originariamente e strategicamente destinati al solo consumo umano. È quindi emerso come rilasciato la risorsa acquifere sotterranee, si accentuerà a causa dei cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale che, in Regione, si sta verificando con tendenza all'aumento di + 0.7 °C negli ultimi 20 anni. Trend maggiore del trend globale e con forti differenze tra un anno e l'altro e maggiore frequenza di eventi estremi (in poche ore la pioggia di più giorni / più mesi). L'altra causa dello stimato bilancio idrico negativo è legata ad un uso incontrollato della risorsa non legato alle effettive necessità né a criteri di riduzione, riuso e riciclo. Tra i pozzi soggetti a concessione, nella media e bassa pianura Friulana sono presenti quelli a servizio degli allevamenti ittiogenici che, da soli, con 478 pozzi prelevano il 41% dell'acqua totale, a confronto con l'uso irriguo che, con 4517 pozzi preleva il 30,8%. Il dato che ci sembra più grave è quello relativo alla profondità di derivazione che in alcuni casi supera i 400 me raggiunge i 630 m, così come accade nei Comuni di Porpetto e Pravisdomini (dati Legambiente da ricerca su Eagle FVG). Si sta' così alterando l'equilibrio fisico chimico di acque profonde ed intaccando la riserva d'acqua pura delle generazioni future. I pozzi per prelievo ad uso domestico non richiedono concessione ma vanno comunque denunciati (art. 10 DL n.275 12.07.1993); la situazione è diversa in alta e in bassa pianura Friulana. Mentre in alta pianura il fenomeno è meno diffuso, la falda a maggiore profondità e non in pressione porta al ricorso a pompe sommerse e dunque a prelievi legati alle reali esigenze, in bassa pianura invece il fenomeno molto diffuso, i prelievi da pozzi naturalmente zampillanti su sistemi di acquiferi in pressione, poco o mediamente profondi, sono ben superiori ai fabbisogni: Prelievo dai pozzi freatici dell'alta pianura 0,0034 l/s (290 l/giorno) Prelievo da pozzi artesiani della bassa pianura 0,8 l/s . Sulla base del principio per cui l'acqua è un bene indisponibile dello Stato e va quindi gestita nell'interesse comune di tutti i cittadini, Legambiente ritiene necessaria l'applicazione dell'ordinanza pozzi (n. 233 del 17 luglio 2023 del Direttore regionale del Servizio risorse idriche) sulla regolazione con valvola dei pozzi domestici in uso e chiusura di quelli dismessi. A questo proposito è fondamentale un'azione di informazione presso i cittadini e il monitoraggio da parte dei Comuni. È in proposito importante ricordare, che la densità dei pozzi domestici sul territorio dipende anche dalla presenza di rete acquedottistica, Laddove questa è assente o parziale si può porre un problema di qualità delle acque sotterranee ad uso potabile per la riscontrata presenza di Nitrati, pesticidi, PFAS (vedi grafico allegato desunto dal sito di ARPA FVG, dal quale alcuni valori qualitativi delle acque sotterranee e per diversi areali geografici risultano non buonii), derivanti da attività agricola ed industriale o per eventi di inquinamento puntuali storici, le cui conseguenze sono presenti a tutt'oggi. Nella pianura centrale friulana ricordiamo l'inquinamento da Cromo esavalente, il cui plume è arrivato dall'area di Premariacco fino a Cervignano, località peraltro raggiunta anche dal percolato fuoriuscito dalle discariche di Firmano; oppure l'inquinamento da solventi clorurati nell'alta pianura pordenonese e nell'alta pianura friulana orientale, nella zona delimitata ad ovest dal torrente Cormor e ad est dal torrente Torre, nel Goriziano e nell'Isontino. Le seguenti proposte di Legambiente FVG hanno come unico obiettivo la salvaguardia della risorsa, la tutela della salute e alcune misure di adattamento: 1. nei centri che non sono serviti dall'acquedotto, con comprovata presenza di inquinanti in falda e con divieto di uso dell' acqua: dotare gli edifici e in particolare quelli pubblici come le scuole di ogni ordine e grado e le case per gli anziani di sistemi di raccolta dell'acqua meteorica, filtrazione e depurazione dell'acqua (mini acquedotti di quartiere) 2. accelerare l' iter per la costruzione dell'acquedotto duale (consente il riuso delle acque depurate) soprattutto nella zona industriale dell'Aussa Corno, al fine di ridurre la pressione sulle sottostanti falde artesiane 3. aderire concretamente all'”Ordinanza regionale pozzi” attraverso una attività di controllo e di monitoraggio coordinata con i preposti uffici regionali, affinché tutti i pozzi salienti a getto continuo privi di utilizzo siano chiusi e sigillati definitivamente tramite cementazione ei pozzi salienti a getto continuo pubblici senza specifico impiego se non quello ornamentale (quali ad esempio fontane a getto continuo e lavatoi) siano chiusi e sigillati definitivamente tramite cementazione, se non riconvertiti con ricircolo a ciclo chiuso.